Fra le patologie delle api si possono annoverare quelle dovute a parassiti esterni oppure a microorganismi. La più diffusa malattia degli ultimi decenni è dovuta ad un acaro: la Varroa Jacbsoni. Si può tenere sotto controllo, con trattamenti secondo le normative vigenti, ma non può essere eliminata. Patologie gravissime che possono portare alla morte delle famiglie, sono anzitutto la peste americana ed anche se in misura meno grave, la peste europea. Entrambe diffuse da due tipi di batteri. Sono diffuse anche malattie di origine virale, covata a sacco, dovute a funghi, micosi, ad acari diversi dalla varroa, acariosi, a protozoi, nosemiasi ed amebiasi.
Per quel che riguarda i nemici naturali, nelle nostre zone il pericolo maggiore per le api è rappresentato da altri insetti. Molto insidioso è il calabrone (Vespa Crabro) che preda le api. Le famiglia sono attaccate anche da farfalle le cui larve (tarma della cera) devastano i favi. Altri, fra cui lucertole o piccoli mammiferi, sono meno importanti.

Patologie - La varroasi, ormai endemica in tutti gli alveari, è per diffusione la malattia più comune con cui gli apicoltori debbono fare i conti. Si tratta di un acaro, varroa jacobsoni, che infesta la famiglia, si nutre dell'emolinfa delle larve e per spostarsi di famiglia in famiglia, ed in questo modo espandersi, utilizza le api come "navetta". Se non si trattassero gli alveari, al fine di tenere bassa la popolazione dell'acaro, le famiglie arriverebbero velocemente alla morte. Esistono in commercio vari tipi di medicamenti che seppur non azzerando l'infestazione la mantengono a livelli accettabili. In genere si effettua un trattamento tampone estivo ed uno invernale in assenza di covata.

 Immagine al microscopio a basso ingrandimento di Varroa
Varroa Destructor - immagine al microscopio

La peste americana è la patologia più grave che possa verificarsi, è portata dal Paenibacillus larvae, un batterio sporigeno che attacca le giovani larve. Fattori di rischio sono la provenienza incerta degli sciami, materiale contaminato da spore, saccheggio. L'infezione viene trasmessa dall'ape adulta alle larve attraverso l'alimentazione, poi nel tentativo di pulire, l'ape si imbratta di spore e finisce per contaminare tutto l'alveare. Poiché l'uso di antibiotici è vietato in tutta Europa, l'unico mezzo certo di profilassi è la distruzione degli alveari infetti, arnie e api, e la sterilizzazione dei materiali. Esiste un altro sistema ma di scarsa efficacia e molto costoso. Consiste nella messa a sciame della famiglia infetta. Nella successiva distruzione dei favi costruiti ed in una nuova sistemazione in arnia con fogli cerei nuovi. Non è escluso comunque che la malattia possa in questo modo ripresentarsi.

La peste europea è causata dal Melissococcus pluton un batterio non sporigeno che infesta l'intestino delle larve. Si diffonde con la diffusione di materiale contaminato, provenienza incerta degli sciami. Il controllo delle famiglie e l'eliminazione dei telaietti infetti può essere una buona profilassi. In caso di forti infezioni la soluzione è l'eliminazione delle famiglie.

Una malattia portata dal virus SBS è la covata a sacco. Viene trasmessa dall'ape adulta alle larve. Dopo il contagio le larve si presentano prima gialle e poi brune con l'addome rigonfio. Si presenta in genere nel periodo primaverile e tende a scomparire con l'estate. Si può combattere eliminando i telai che la presentano e rimpiazzandoli con telai ricchi di covata buona.

La micosi è causata da funghi. Le api si presentano coperte di spore e possono essere aiutate cercando di facilitare l'areazione dell'alveare.

Un'altra patologia oltre la varroasi è portata da un acaro Acarapis woodi, colpisce l'apparato respiratorio delle api e ne succhia l'emolinfa. Può essere contrastato dai prodotti con cui si tratta la varroa. Un protozoo, Nosema apis, causa una grave malattia, la nosemiasi. Le spore di questo organismo colpiscono l'intestino, germinano dando vita a forme ameboidi da cui si sviluppano numerose spore che fuoriescono con le feci. Un sintomo è la dissenteria e l'addome rigonfio. Se la malattia è dilagante conviene distruggere la famiglia. Se la famiglia è forte si può rinforzare con favi sani. Le spore si distruggono con vapori di acido acetico, acido fenico e radiazioni ultraviolette.

Un altro protozoo Malpighamoeba mellificae produce l'amebiasi con problemi e provvedimenti simili alla nosemiasi.

Nemici naturali - Sebbene fra i più famosi nemici si annoverino orso ed altri mammiferi che cercano di distruggere l'alveare per mangiare il miele o le api, nelle nostre zone il principale predatore delle api è il calabrone: si apposta nei pressi di rami vicini all'alveare, o a mezz'aria davanti ai predellini, in cerca di bottinatrici in transito che cattura in volo. Altri insetti molto dannosi sono la tarma grande della cera e la tarma piccola della cera le cui larve, che vengono deposte in prossimità delle celle, si nutrono di cera e distruggono i favi; la sfinge testa di morto che si introduce per sottrarre miele. Lucertole e ramarri che però si cibano soprattutto di api vecchie e malate.

 

 

 

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